Pulsossimetro o puls-Co-ossimetro? Questo è il nuovo dubbio che si è insinuato nella mente di tutti coloro che sono arrivati fino a questa nostra pagina.
Ma qual’è la reale differenza tra l’uno e l’altro prodotto? Vediamolo insieme e scopriamo quale sia il migliore per ogni esigenza.
Pulsossimetro o puls-Co-ossimetro: Cos’è un pulsossimetro
Il pulsossimetro è un piccolo apparecchio che permette di fare una diagnosi precisa attraverso una pratica assolutamente non invasiva e soprattutto molto veloce.
Basta posizionare il dito nell’apposita fessura e il pulsossimetro sarà in grado di stabilire la corretta percentuale di saturazione.
A questo punto mi chiederai cos’è la saturazione?
Come ben sai i globuli rossi si legano con l’ossigeno e con qualsiasi altra particella gassosa.
Il pulsossimetro è in grado di rilevare proprio questo, ma non solo, sul suo piccolo display è possibile leggere anche la frequenza cardiaca e altre tipologie di parametri vitali, molto importante per le valutazioni preliminari dello stato di salute del paziente.
Fino a non molto tempo fa il pulsossimetro era un apparecchio riservato all’ambito medico e ospedaliero.
La possibilità di autocontrollo domiciliare, ha fatto si che molte persone abbiano iniziato ad averlo nella propria abitazione.
Con il passare del tempo ci si è resi conto della grande utilità soprattutto per chi soffre di patologie che deve tenere costantemente sotto controllo.
Come funziona e come si usa il pulsossimetro
Il pulsossimetro è una pinza in plastica con un display sulla parte superiore. Sullo schermo viene rimandata la percentuale di emoglobina legata utilizza due fasci di luce differente.
Per la misurazione è sufficiente posizionare la pinza sulla falange del dito e spingere il pulsante di accensione.
A questo punto dovrai aspettare pochi secondi per avere il risultato. La luce che parte dal sensore su una parte della pinza, riesce ad attraversare il dito e sbattendo sull’altra parte riesce a rimandare il risultato della misurazione.
Come già detto, le persone che soffrono di alcune patologie croniche dovrebbero utilizzare il pulsossimetro in maniera regolare, con misurazioni anche giornaliere.
Proprio da questo deriva l’importanza della memoria interna dell’apparecchio, che permette di tenere traccia di ogni singola misurazione anche per 72 ore consecutive, così da valutare lo stato di salute generale.
Limiti del pulsossimetro
Insomma il pulsossimetro è un apparecchio davvero ottimo da tenere in casa, con il tempo la sua importanza è divenuta pari a quella dei misuratori di pressione.
Occorre però sottolineare che il pulsossimetro ha in sé un punto debole che è stato superato con la creazione del puls-Co-ossimetro, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
Il saturimetro classico, come abbiamo detto, è in grado di misurare la percentuale di emoglobina legata.
Ma l’intento di chi utilizza questo apparecchio è quello di riconoscere la presenza di ossigeno nel sangue, purtroppo però il saturimetro sia in grado di misurare il numero di globuli rossi legati a un qualsiasi tipo di gas, non solo l’ossigeno.
Da qui nasce la maggiore possibilità di errore e le possibile problematiche legate a ciò.
Il puls-Co-ossimetro
Per ovviare a questa congenita problematica del pulsossimetro, di recente è stato immesso sul mercato un prodotto chiamato puls-Co-ossimetro.
Questo nuovissimo apparecchio permette di misurare il grado di saturazione non solo da ossigeno, ma anche di carbossiemoglobina, un valore molto importante nei casi di intossicazione, ad esempio.
I dati vengono poi rielaborati e in questa maniera si riescono ad ottenere delle percentuali esatte sull’emoglobina legata, ai livelli di carbossiemoglobina e metaemoglobina.
Ma le differenze tra i due apparecchi non terminano qui, mentre il saturietro può essere utilizzato anche in ambito domestico, in piena autonomia del paziente, il puls-Co-ossimetro deve essere utilizzato solo dal personale specializzato, che sappia come leggere i risultati ricavati.
Pulsossimetro e puls-Co-ossimetro: quando non usarli
Come abbiamo detto il puls-Co-ossimetro non può essere utilizzato al di fuori dell’ambito ospedaliero.
Ma ci sono circostanze che non permettono delle misurazioni precise sia utilizzando l’uno che l’altro apparecchio.
Ci sono casi in cui la lettura può essere ostacolata e quanto può avvenire in presenza di vasocostrizione periferica. Tale problematica impedisce il corretto apporto di sangue ad alcune aree del corpo come appunto le mani e le dita; questo può essere il primo fattore di errore da parte dei due apparecchi.
Ulteriori casi in cui le misurazioni possono non essere affidabili sono: in presenza di anemia, in caso di movimenti inattesi dello stesso paziente.
Inoltre, soprattutto nel caso in cui si soffra di patologie cardiache per le quali è necessaria la misurazione costante della saturazione è sconsigliato l’uso di smalto colorato.
In particolar modo lo smalto scuro impedisce alle radiazioni luminose di passare ottenendo un risultato impreciso.
